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#INTERVIEWS: Mani del Sud, papillon d’autore.

                   A cura di Tonia Salomè


Sempre relegata al completo tre pezzi, 
l’eleganza maschile non si associa mai alla couture che da secoli risplende dietro la seduzione dei corpi femminili. 

Eppure, come i più attenti e informati sanno, la couture maschile esiste ed è anche piuttosto rigogliosa.
Come vuole la tradizione, l’alta sartoria maschile è sobria ma attentissima al dettaglio.
Dettagli che a loro volta richiedono attenzione e infinita precisione, 
come nel caso della realizzazione dei papillon.
Cercando il dettaglio, non possiamo non subire il fascino di un papillon fatto a mano, 
e nel cercare scovato un brand italiano, giovane e completamente Made in Italy, 
nel pieno senso della definizione: 
Mani del Sud del designer Raffaele Stella 
uno dei sette finalisti alla settima edizione di WHO IS ON NEXT? UOMO, 
il concorso destinato alla ricerca di nuovi talenti – italiani o di base in Italia – nella moda maschile, 
che vede la collaborazione di Pitti Immagine Uomo, 
AltaRoma e L’Uomo Vogue, che si è svolto a giugno 2015 in occasione di Pitti Immagine,
ecco cosa ci ha raccontato Raffaele nella nostra intervista esclusiva!


GFD – Chi siete, chi è il Brand e chi c’è dietro al brand? 
R – Al momento siamo in pochi. 
Io, la mia mamma, mia sorella, ed alcune sarte. 
Il Brand ufficialmente sono io, stilista di professione.
GFD – Quando nasce il Brand e perché/ come nasce/ dove nasce? 
R – Il Brand nasce nel Dicembre del 2013 tra le mura domestiche di casa della mia mamma a Potenza, mia città natale. 
Nato per caso, per confermare la necessità di ripartire con il forte legame 
che mi stringe alle mie origini, dopo una serie di vicissitudini familiari drammatiche. 
Per caso la mattina del 26 Dicembre, 
volevamo rompere la monotonia di una solitaria giornata Natalizia 
e ci siamo cimentati nel realizzare il primo papillon.


GFD – Quando avete deciso di fare un Brand? 
R – Se non il giorno stesso, forse quello dopo. 
Abbiamo avvertito subito l’importanza della bellezza di quello che avevamo creato insieme.


GFD – Da dove viene il nome?
 R – Il nome è stato pensato in modo semplice, 

chiaro e concreto, volendo spiegare esattamente quello che significa.


GFD – Perché i papillon?
 R – Per simboleggiare un nuovo legame con i miei cari.

GFD – Quali materiali usate e perché?
 R – Di base usiamo i nastri in sbieco che generalmente vengono utilizzati 
per costruire e rifinire gli interni dei capi di abbigliamento, 
valorizzando il tutto con una grande manualità, 
o con alcuni elementi metallici sempre realizzati a mano,
 oppure con piccoli contrasti di colore.


GFD – Chi realizza i papillon? Qual è il percorso di progettazione/realizzazione? Come è suddiviso/quali son le fasi? 
R – I papillon vengono cuciti da alcune sarte Lucane. 
Il progetto nasce in Basilicata e vogliamo fortemente 
produrre in questa bellissima regione dove sono nato e cresciuto.
 La progettazione è complessa e non di facile realizzazione, 
proprio perché essendo un piccolo oggetto, ha bisogno della cura dei minimi dettagli. 
Strisce di tessuto vengono sovrapposte, piegate, come fossero origami, cucite ed annodate. 
I cinturini sono regolabili ed elastici, per un maggior
comfort e per dare un piccolo accento di modernità ad un papillon a tratti dal sapore “retrò”.
 La chiusura è di metallo specchiato.
 Il tutto completato da un bellissimo packaging 
e da cartellini che spiegano il valore del progetto e del prodotto.

GFD – A cosa vi ispirate di solito/ avete una musa? 
R – Io spesso penso al carisma ed al fascino di mio padre, dei suoi racconti e dei suoi sogni.


GFD – Cosa vi aspettavate quando avete iniziato? 
R – Ci aspettavamo qualcosa, questo è sicuro. Eravamo molto convinti dell’unicità e dell’eclettica bellezza dei nostri papillon.

GFD – Cosa vi aspettate adesso? 
R – Ci auguriamo che vengano apprezzati e distribuiti in tutto il mondo.


GFD – Se le mani sono del sud perché la sede è in Toscana? 
R – Per una questione burocratica. Io vivo e risiedo a Firenze da 23 anni, 
anche se spessissimo vado in Basilicata.


GFD – In cosa il sud si rispecchia nel vostro prodotto?
R – Nella semplicità dell’aspetto dei nostri papillon e nel concetto 
di base del voler mostrare all’esterno ed arricchire un qualcosa che generalmente viene nascosta.


GFD – Ritieni che il Sud rappresenti un plus per il prodotto? O per il Brand? 
R – Credo proprio di si. Il sud, per me, ha un forte sapore italiano.

GFD – Chi compra i vostri papillon? 
Qual è la tipologia di acquirente/utente che sceglie il vostro prodotto? 
R – Vengono acquistati da diversi tipi di uomo, 
di diverse età e spesso anche da donne come idea regalo.

GFD – Solo uomini? O anche donne? 
R -Tante donne si sono incuriosite:
 alcune mi hanno richiesto versioni più femminili, 
altre hanno optato per più audaci versioni maschili. 
Tuttavia, in questo momento, il mio lavoro di ricerca è più orientato verso il papillon maschile.


GFD – Chi vorresti indossasse un vostro papillon?
        Se potessi viaggiare nel tempo, quando e a chi porteresti un tuo/vostro papillon?
R – Sarebbe un onore per me che ne indossasse uno Paolo Sorrentino, 
per la sua traduzione visionaria della nostra Italia. 
Inoltre, sono particolarmente orgoglioso della scelta di J-Ax, 
di indossare durante la sua tournée i papillon “Mani del Sud”. 
Se facessi un salto nel passato lo poterei a Gabriele D’Annunzio. 


GFD – Se i tuoi/vostri papillon fossero una canzone, quale sarebbe? 
R – Sceglierei Bartali di Paolo Conte.

GFD – Cosa pensi dell’estetica maschile contemporanea? 
R – Penso che lo scenario eclettico di oggi, come in tutte le epoche ed i contesti,
 sia fondamento essenziale per una ricerca della contemporaneità.

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