Gucci, Tom Ford, eroticism.

di Tonia Salomè – La trasgressione come filo conduttore di una storia visiva. A volte celata, dosata con raffinatezza. Altre volte, spudorata e palese nei gesti e nelle immagini. È la storia delle campagne pubblicitarie di Gucci, maison italiana che si è sempre distinta, almeno negli ultimi decenni, per un certo messaggio condito da un immaginario saporito e abbastanza piccante.
L’odore del sesso, decantato dal Ligabue nazionale, pervade ogni scatto e caratterizza l’immaginario creativo di Tom Ford, direttore creativo nell’ultimo decennio del secolo scorso, con un gusto tutto italiano fatto di abiti formali, di sartorialità, sessualità ben definita dei protagonisti, hanno spinto ai vertici della notorietà il brand toscano.
Guardare oggi queste foto di un passato lontano che non ha nulla a che vedere con quello che è oggi il sapore fresco dei giovanotti firmati da Alessandro Michele, ci permette di constatare come la definizione sessuale sia cambiata (e di parecchio) negli ultimi anni: il sesso pervade ancora la scena, ma è smorzato da corpi non più scolpiti e definiti come oggetti orgasmici.
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